LONDRA - PADOVA - 22 MAGGIO 2016 -

22.05.2016 08:20


Accordi di violino inseguono raggi di sole che si fanno sottili e morbidi come steli di mughetti per illuminare la striscia di cielo che sovrasta l'andamento sinuoso di vicoli stretti rumorosi di acciottolato . Case che sembrano adattarsi al procedere giocoso delle viuzze medievali . Guardandole si ha l'impressione che i muri all'avvicinarsi delle fondamenta si facciano curvi , rigonfiandosi come muffins in lievitazione per poi tornare dritti ed affacciarsi su piazze lastricate di prati da cui si ergono verso un cielo blu pervinca colonne altissime sulla cui sommità compare timida la statua di una Madonna incoronata di stelle arrugginite che brillano nell'alba ... Padova . Questo il mio primo incontro con una città simile ad una spilla antica , un  cammeo di emozioni  scolpito  nel cuore di una conchiglia dai riflessi verdi dove le chiese  coccolano meravigliosi affreschi ed i giardini nascosti dietro muri color seppia raccontano la loro bellezza lasciando che le rose più indisciplinate ed i tralci di edera bianca e verde si affaccino oltre i tettucci per osservare l'andare vieni della via . L'innovazione pittorica di Giotto e la onirica prospettiva del Mantegna  fanno parte della quotidianità di questa città . La mattina si acquistano ravanelli e fragole all'ombra dell'imponente Palazzo della Ragione , luminoso di  bianco e ocra , tutto un susseguirsi di archi e volute , merletti scolpiti nella pietra adornano finestre e  portali  , più giù , sulla piazza il ciacolare cantilenante del mercato , vivace , colorato di frutta profumata e verdura scrocchiarella . Poi , al battere delle undici e trenta del mattino , tutto sembra fermarsi . Una sorta di tempo sospeso si impadronisce della città . Gli ambulanti lasciano per un attimo i loro banchi simili a quadri degni di essere esposti alla National  Gallery per tornarvi pochi minuti dopo stringendo tra le mani un calice di vino bianco ghiacciato ed un cartoccio di frittini profumati di salvia . E , lo stesso fanno gli avventori del mercato . Lasciano le verdure scelte in un cestino e si allontanano verso le vinerie poste sotto le suggestive volte degli antichi portici . Entrano in luoghi dall'aspetto semplice , essenziale . Pochi tavoli , quattro sedie ma , un profumo che ti aggancia cuore e stomaco . Aroma di vino bianco , di fritto appena salato , sentore di rosmarino , salvia e scorza di limone . Sorrisi e tante ciacole , parole che non capisco ... una sorta di lingua antica che accompagna brindisi dove i calici si scontrano tintinnando . Appena entri ... così , per la curiosità di vedere cosa sta succedendo ... ti accoglie una mano che ti accarezza la spalla , un sorriso ed un calice di vino bianco , frizzante , ghiacciato , così ghiacciato che crea condensa sul vetro  ti viene messo tra le mani e poi un pezzetto di carta da pacchi , quella marrone scuro che , inaspettatamente contiene dei meravigliosamente buonissimissimi frittini di verdura ... Mi sembra di non capire , non ho chiesto nulla entrando ... eppure , eccomi qui ... a mangiare verdure panate e bere un calice di confortante vino ghiacciato ... mi offrono una sedia di ferro grigio un poco corrosa dal tempo . Una signora avvicina alla mia la sua sedia ed inizia a parlarmi . Non capisco quasi nulla di quello che mi dice . Ho la sensazione di essere caduta in una commedia goldoniana , le persone qui parlano e si muovono come attori sul palcoscenico di un teatro . Mi raccontano cose . Mi sorridono , mi abbracciano . Mi chiamano "bela biondina" e mi chiedono "cosa ti fe chi ...ti se turista o ti se venuta per fatigar ...?!" Forse no , non parlano spagolo , forse parlano francese ... no ... è dialetto veneto ! Mi piace ! Cerco di imitarne la pronuncia , sono buffa , me ne accorgo perchè la signora seduta vicino a me ride e chiama una amica . Una bellissima giovane donna dalla pelle rosata e capelli appena ondulati di un luminosissimo biondo tiziano . Si siede vicino a me , mi accarezza la mano , non la stringe , la accarezza solamente . Vede che il mio calice di vino è ormai vuoto , alza una mano e urla "Pepin gavemo sete ..." ... Pepin , arriva con altri tre calici di vino , li appoggia su una cassetta della frutta che sembra essere capitata lì per caso ... traballa ... per un attimo temo che i calici stiano per cadere a terra ma , poi la cassetta il legno si stabilizza . Prendo tra le mani il mio calice . Bevo . Mangiucchio frittini . Sorrido . Faccio cenno di sì con la testa ma capisco veramente poco di questo parlare che sembra canto e poesia al tempo stesso . La giovane donna coi capelli color tiziano mi lascia il suo numero di cellulare . Mi dice di chiamarla , domani ,  mi presenterà  alle sue amiche per poi andare a ciacolar tutte insieme . Sì , la chiamerò , prima di partire ... ho prenotato per il brunch  nello storico caffè Pedrocchi , tutto un susseguirsi di suggestivi salotti fine ottocento , locale che ben racconta l'accattivante eleganza di questa città . Saluto le nuove amiche . Mi alzo , ritorno alla confusione del mercato che ora ha ripreso il suo ritmo di vendita e imbonimenti . Acquisto asparagi bianchi candidi come neve e fragole di bosco piccole , delicate , profumatissime . La Cappella degli Scrovegni   .  Giotto mi aspetta . E , mi aspettano i prati verdi di Londra e gli autobus rossi ...  ma , solo per pochi giorni . La prossima domenica sarò nuovamente in viaggio . Pronta a lasciarmi sedurre  dai gioielli preziosi che l'universo amorevolmente custodisce  . Pronta a catturare  invisibili  molecole  , emozioni di luce  che silenziose passeggiano , aspettandomi ...

(Dal diario di Imma...)